mercoledì 29 maggio 2013

Caso Husqvarna: archiviare il passato e guardare al futuro

La Husqvarna si unisce alla Husaberg, i due marchi di origine svedese si ritrovano finalmente insieme dopo aver percorso strade differenti.

La prima lasciò il paese scandinavo quando venne acquistata da Castiglioni ed entrò a far parte del gruppo Cagiva. Tutto il personale svedese si ritrovò più o meno nella stessa situazione in cui versano oggi i lavoratori varesini: Castiglioni decise infatti di spostare l'azienda sul Lago di Varese e di chiudere lo stabilimento in Svezia. I lavoratori Husqvarna cercarono di non piangersi addosso e fondarono in breve tempo un nuovo marchio: la Husaberg. Nel giro di pochi anni la nuova casa si fece apprezzare dagli appassionati ed iniziò a raccogliere le prime vittorie sportive: nel 1990 conquistò il primo titolo mondiale nell'enduro con Jimmie Eriksson e cinque anni dopo arrivò il primo titolo mondiale motocross con Joel Smets. Nello stesso anno, il 1995, la Husaberg venne acquistata dalla KTM e la produzione venne trasferita in Austria. Tuttavia rimasero in Svezia una parte dei progettisti ed il reparto corse.

La gestione italiana della Husqvarna purtroppo non portò ai risultati sperati: arrivò qualche titolo mondiale (ricordiamo in particolare quelli di Chiodi nella classe 125 del campionato motocross) ma i modelli e la rete distributiva non furono mai all'altezza delle concorrenti, con una conseguente perdita di quote di mercato a favore delle case giapponesi e della KTM. Nel 2007 Castiglioni decise di cedere il marchio alla BMW per fare un po' di cassa e per concentrare tutte le risorse su MV Augusta e Cagiva.

I lavoratori accolsero subito la nuova proprietà con scioperi e manifestazioni, temendo una delocalizzazione dell'attività produttiva. BMW invece ristrutturò completamente lo stabilimento ed evitò i licenziamenti. Il problema fu un altro: i manager tedeschi avevano scarsa conoscenza del settore off-road ed inoltre dovettero affrontare un lungo periodo di crollo del mercato in due paesi chiave per il marchio come l'Italia e la Spagna. Alla fine del 2012 BMW decide di disfarsi del marchio ed il 31 gennaio 2013 viene ufficializzata la cessione alla Pierer Industries AG.

Pierer si dimostra subito scettico sullo stabilimento di Cassinetta ed in meno di due mesi viene annunciata la cassa integrazione per 212 dipendenti sui 240 totali. Gli operai varesini vedono nel manager austriaco il loro nemico numero uno ed il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, annuncia di voler informare personalmente della questione l'ambasciatore svedese. Chiaramente la sua iniziativa è solamente un buco nell'acqua, dopo tutto la gestione italiana non ha portato certo dei benefici alla Svezia: i lavoratori svedesi hanno perso il posto, la produzione è stata spostata in Italia e la Husqvarna ha perso il lustro e le quote di mercato che si era guadagnata nei decenni precedenti.
A Mattighofen le moto le sanno fare bene e presto torneremo finalmente a vedere delle Husky degne della migliore concorrenza. L'unica cosa che potrebbe mancare è purtroppo l'unicità, visto che la tecnologia sarà inevitabilmente di derivazione KTM...

Il problema da risolvere con urgenza è il futuro dei lavoratori di Cassinetta, al momento la loro situazione è molto difficile ma una soluzione interessante ci sarebbe: rientrare a far parte del gruppo MV Augusta e provare a rilanciare il marchio Cagiva. Questo sarebbe anche per loro un ritorno alle origini visto che Cagiva, come dice il nome stesso (CAstiglioni GIovanni VArese), appartiene al territorio in cui vivono e lavorano e alla loro storia. Gli appassionati italiani ne sarebbero sicuramente entusiasti.

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